Descrizione Esame: INSULINA
Vedi:
Campione: PRELIEVO DI SANGUE
Metodo: IMMUNOCHEMILUMINESCENZA
Consegna referto: 1gg
CHE COSA E’ L’INSULINA? Anche alcuni aminoacidi (detti “insulinogenici”), i chetoni, diversi nutrienti, i peptidi gastrointestinali ed i neurotrasmettitori possono influenzare la secrezione insulinica. FUNZIONI DELL’INSULINA L’insulina, legandosi a specifici recettori, presenti sulle cellule della maggior parte dei tessuti, attiva soprattutto quei processi metabolici che tendono ad abbassare (intorno a valori non superiori a 110mg%) ed a mantenere costante la concentrazione del glucosio intra ed extra cellulare. INTERVIENE INOLTRE IN MOLTI PROCESSI METABOLICI CHE VEDONO COINVOLTI SOPRATTUTTO GLI AMINOACIDI I GRASSI E LE PROTEINE: => NELLE CELLULE DI TUTTI I TESSUTI (Ad eccezione delle cellule del tessuto nervoso e dell’epitelio renale ed intestinale dove i processi descritti di seguito sono indipendenti dall’azione dell’insulina), L’insulina ATTIVA i processi di: – GLICOLISI (importante via metabolica, responsabile della trasformazione del glucosio in molecole più semplici e della produzione di energia). – PROLIFERAZIONE CELLULARE mediante la stimolazione della replicazione del DNA. => NEL FEGATO L’insulina ATTIVA: – La GLICOGENOSINTESI che è un processo che prevede la captazione e l’immagazzinamento del glucosio, in eccesso, sotto forma di glicogeno. – la SINTESI ENDOGENA DI COLESTEROLO a partire da acetilcoenzima A che deriva dalla degradazione degli acidi grassi e del glucosio, e successiva attivazione dell’enzima idrossimetilglutaril -CoA reduttasi che converte l’idrossimetilglutaril CoA in acido mevalonico,precursore del colesterolo. – la LIPOGENESI che prevede:
– LA CAPTAZIONE DI AMINOACIDI ed il loro passaggio dal sangue nelle cellule; – LA SINTESI PROTEICA. L’insulina INIBISCE: – la GLICOGENOLISI che prevede la trasformazione del glicogeno in glucosio; – la LIPOLISI che prevede la scissione dei trigliceridi in acidi grassi e glicerolo ed il loro passaggio in circolo; – la PROTEOLISI (degradazione delle proteine in aminoacidi); – la NEOGLUCOGENOSI (formazione di glucosio, a partire da aminoacidi). => NEL TESSUTO ADIPOSO L’insulina ATTIVA: – la CAPTAZIONE del glucosio attraverso l’attivazione e la traslocazione sulla membrana citoplasmatica dei GLUT4 che sono dei trasportatori di glucosio dal sangue all’interno della cellula; – la LIPOGENESI L’insulina INIBISCE: – la LIPOLISI. => NEL MUSCOLO SCHELETRICO L’insulina ATTIVA: – la CAPTAZIONE del glucosio attraverso i GLUT4; – la GLICOGENOSINTESI (solo nel muscolo a riposo); – la CAPTAZIONE di aminoacidi e la loro trasformazione in proteine. INSULINO RESISTENZA Si parla di insulino resistenza quando le cellule dell’organismo diminuiscono la propria sensibilità all’azione dell’insulina; ne consegue che il rilascio dell’ormone, in dosi note, produce un effetto biologico inferiore rispetto a quanto previsto. In risposta all’insulino resistenza, l’organismo mette in atto un meccanismo compensatorio basato sull’aumentato rilascio di insulina che si verifica sia dopo un pasto ricco , soprattutto in carboidrati, che durante il digiuno notturno. Si parla, in questi casi, di iperinsulinemia, cioè di elevati livelli di ormone nel sangue. CAUSE DI INSULINO RESISTENZA ED IPERINSULINEMIA L’insulino resistenza ed il conseguente aumento di insulinemia può essere determinata: – Da difetto qualitativo dell’insulina prodotta. – Da presenza di ormoni che antagonizzano l’azione dell’insulina:
come cortisolo endogeno il cui aumento è legato, soprattutto, a situazioni di stress o a patologie quali malattia di Cushing; come cortisolo esogeno il cui aumento è legato soprattutto all’assunzione di farmaci corticocosteroidei e/o a sostanze anabolizzanti.
– Da mancata o ridotta attività fisica (l’esercizio fisico aumenta la sensibilità all’insulina da parte dei recettori cellulari). – Dalla gravidanza; – Da eccessiva assunzione di carboidrati. – Dall’ avanzare dell’età (con l’avanzare dell’età, l’organismo cambia e subisce delle vere e proprie modificazioni a livello cellulare: le membrana diventano più rigide, quindi anche i processi di scambio diventano più difficoltosi). – Da Infezioni e/o malattie gravi – Dall’ obesità e dall’accumulo di grasso, soprattutto viscerale che sono dei potentissimi moltiplicatori della insulino resistenza. Studi eseguiti con TAC hanno dimostrato che i soggetti con eccesso di grasso viscerale o intra addominale presentano, a parità di peso corporeo, maggiore resistenza all’insulina rispetto agli individui con aumentato deposito sottocutaneo di tessuto adiposo. Inoltre l’insulino resistenza è tanto maggiore quanto maggiore è la quantità di grasso viscerale accumulato. TESSUTO ADIPOSO E ADIPOCHINE Negli ultimi anni è emerso che il tessuto adiposo non solo funge da riserva energetica ma è in grado di secernere numerose sostanze proteiche chiamate ADIPOCHINE che svolgono un’azione, non solo paracrina o autocrina ma anche endocrina su organi e tessuti bersaglio, lontani, come l’ipotalamo, il pancreas,il fegato, il muscolo scheletrico, il rene, l’endotelio e il sistema immunitario. Le principali Adipochine prodotte dal tessuto adiposo e la cui secrezione è aumentata nell’adiposità viscerale sono: – La leptina:
– L’Interleukina 6:
– Il TNF αlfa (tumor necrosis factor alfa):
– La Resistina:
Sono inoltre prodotte dal tessuto adiposo viscerale: – Il PAI-1 (inibitore del plasminogeno 1)
– angiotensinogeno – Il fattore di crescita insulino simile (IGF-1); – I glucocorticoidi steroidei. La principale Adipochina la cui secrezione è ridotta nell’obesità viscerale è: – L’ Adiponectina:
INSULINO RESISTENZA E ALTERAZIONE DEL METABOLISMO LIPIDICO Il tessuto adiposo, per l’azione dell’insulina, immagazzina l’eccesso di energia, introdotta con l’alimentazione, sotto forma di trigliceridi, che vengono utilizzati nei momenti di digiuno, mediante lipolisi. In presenza di accumulo di tessuto adiposo viscerale, a causa dell’aumentata resistenza all’insulina, la lipolisi è accelerata con conseguente aumentato rilascio di acidi grassi liberi. Questi, attraverso il circolo splancnico, raggiungono il fegato dove, in parte si accumulano sotto forma di trigliceridi (questo accumulo è una possibile causa di steatosi epatica non alcolica) leggi articolo, in parte vengono riversati in circolo sotto forma di VLDL. Questa prolungata permanenza in circolo delle VLDL provoca:
Le LDL piccole e dense sono più aterogene rispetto alle LDL “Larghe” perchè:
INSULINO RESISTENZA E IPERTENSIONE ARTERIOSA L’insulino resistenza è in grado di determinare aumento della pressione arteriosa per i seguenti motivi:
ENDOTELIO E SUE FUNZIONI => regola il tono del muscolo vascolare liscio, mediante la produzione di sostanze vasocostrittrici quali angiotensina II, endotelina, vasopressina ecc., e vasodilatatrici quali acido nitrico (NO), peptidi natriuretici, bradichinina, istamina ecc.; => mantiene la fluidità del sangue mediante la sintesi bilanciata di molteplici fattori che contribuiscono ad inibire l’emostasi ed a mantenere la pervietà vasale. Tra le sostanze, prodotte dalle cellule endoteliali, che influenzano la pervietà vasale ricordiamo alcune delle più importanti:
=> Svolge un’azione anti proliferativa inibendo la migrazione e la proliferazione delle cellule muscolari lisce presenti nella fascia subendoteliale. => E’ sede dell’ossidazione delle lipoproteine (in particolare delle LDL). In caso di infezione, flogosi o danno tissutale in generale, le cellule endoteliali sintetizzano molecole di adesione che facilitano l’adesione e la migrazione dei linfociti. INSULINO RESISTENZA – INFIAMMAZIONE – ALTERAZIONE DELLA FUNZIONE ENDOTELIALE E DELLA COAGULAZIONE – ATEROSCLEROSI
=> Può favorire:
tutti fattori, questi che contribuiscono alla formazione della placca aterosclerotica. Sulla base di quanto esposto possiamo affermare che l’aterosclerosi è un processo cronico degenerativo su base infiammatoria che risulta associato ai più comuni fattori di rischio cardiovascolare. COLESTEROLO TOTALE – COLESTEROLO HDL – COLESTEROLO LDL – TRIGLICERIDI Fin’ ora si è parlato poco dei parametri “storici”, responsabili della formazione della placca aterosclerotica, quasi fossero ….. “passati di moda”, invece no! Il colesterolo ed i trigliceridi sono sempre fattori determinanti nella formazione della placca aterosclerotica e, pertanto è necessario che i loro valori siano sempre tenuti nei limiti della norma. Inoltre è importante mantenere:
Particolare attenzione meritano anche, quali fattori predisponenti all’aterosclerosi:
A conclusione di quanto esposto, risulta chiaro del perchè nella scheda dell’Insulina più che parlare del diabete 1 e diabete 2, di insulinoma, di cause di aumento o diminuizione dell’insulina ci si è voluti soffermare su un argomento da tempo dibattuto ed oggetto di studi sempre più approfonditi: Ci si è soffermati anche sull’ Obesità Viscerale perchè essa stessa può diventare causa ed effetto dell’insulino resistenza. SINDROME METABOLICA Il temine sindrome metabolica potrebbe rappresentare sinteticamente la condizione di insulino resistenza e di obesità viscerale e delle patologie ad esse connesse. Per poter parlare di sindrome metabolica devono essere presenti contemporaneamente almeno tre dei seguenti fattori di rischio secondo le linee guida della ESC-ESH (2007):
|
SINDROME METABOLICA