TAMPONE COVID-19
Descrizione: Anticorpi anti Covid-2 IgG – IgM |
Campione: Prelievo ematico |
Metodo: Chemiluminescenza |
Refertazione: 1 g |
Nei nostri laboratori di Trani e Molfetta è possibile eseguire il test sierologico per la ricerca delle IgG e IgM tramite prelievo di sangue. Si tratta di un test quantitativo distribuito dall’ABBOTT. Il test può essere sempre eseguito tranne che in presenza di sintomi quali tosse, febbre, sindrome influenzale, cosi come indicato dal Ministero della Salute.
A cosa serve questo test?
Il test serve per sapere se hai avuto un’infezione da Covid-19. Questa infezione, infatti, può essersi presentata senza alcun sintomo o con lievi sintomi a cui potresti non aver dato importanza.
Cosa può dire il test?
Il test può scoprire se sei venuto in contatto col virus, attraverso la misurazione degli anticorpi IgG e IgM nel sangue (test sierologico).
In caso di contatto:
Quando fare il test?
È sempre consigliabile eseguire questo test, tranne che in presenza di sintomi (così come indicati dal Ministero della Salute, ad esempio febbre, sindrome influenzale, tosse, affanno, ecc).
In tal caso il test appropriato è il tampone rinofaringeo per la ricerca dell’RNA virale del nuovo coronavirus (COVID-19)
L’acido metilmalonico (MMA) è una sostanza prodotta in quantità piccolissime ed è necessaria per il metabolismo umano e la produzione di energia. In un passaggio del metabolismo la vitamina B12 promuove la conversione di metilmalonil CoA (una forma di MMA) a succinil coenzima A. Se non c’è abbastanza vitamina B12, le concentrazioni di MMA cominciano ad aumentare, con un conseguente incremento di MMA nel sangue e nell’urina. Concentrazioni elevate di acido metilmalonico nel sangue e nell’urina sono indicatori sensibili e precoci di carenza di vitamina B12.
Nel tempo la carenza di vitamina B12 può provocare modificazioni delle cellule ematiche, portando ad anemia ed alla produzione di globuli rossi più grandi del normale (macrociti). Inoltre può causare segni e sintomi di neuropatia, come intorpidimento e formicolio alle mani e ai piedi e/o nei casi più gravi, possono indurre alterazioni mentali e comportamentali, quali difficoltà cognitive, confusione, irritabilità e depressione.
L’esame sui neonati per le alte concentrazioni di MMA può supportare la diagnosi di acidemia metilmalonica, una rara malattia metabolica che colpisce circa 1 persona su 25000-100000. Per questa patologia è disponibile uno screening per i neonati. I bambini con questa patologia appaiono normali alla nascita, ma quando comincia il consumo di proteine, i sintomi si fanno evidenti: eccessiva stanchezza, vomito, disidratazione, debolezza del tono muscolare, convulsioni, ritardo mentale, ictus e acidosi metabolica grave.
Descrizione: CA 125 |
Campione: Prelievo ematico |
Metodo: Chemiluminescenza |
Refertazione: 1 gg |
Il CA125 o antigene carboidrato è una glicoproteina prodotta dall’utero, dalla cervice uterina, dalle tube di Falloppio e dalle cellule che rivestono gli organi delle vie respiratorie e dell’addome. Quando uno di questi tessuti è danneggiato o infiammato, come nel caso del carcinoma ovarico, è possibile ritrovare un aumento della quantità di CA125.
Valori aumentati di CA125 si possono riscontrare oltre che in caso di tumori ovarici anche in presenza di:
Attualmente, il dosaggio del CA125 viene utilizzato soprattutto per controllare l’esito del trattamento adottato per il tumore delle ovaie oppure per rafforzare o confermare la diagnosi di questa patologia.
In considerazione dell’evoluzione subdola della malattia, inoltre, l’analisi di questo marcatore è solitamente consigliato per donne che presentano un rischio più elevato di sviluppare il carcinoma ovarico, come quelle che hanno una familiarità.
Nel caso in cui la sintomatologia sia sospetta e l’antigene risulti aumentato, però, si abbina tipicamente un altro esame, ossia il dosaggio dell’ HE4 (Human epididymis protein 4). Quest’ultimo marcatore è più specifico di CA 125 e viene espresso in eccesso nel carcinoma dell’ovaio. HE4 rappresenta, quindi, un complemento di indagine utile nel discriminare tra cancro e masse ovariche benigne, in caso di positività di CA 125.
Il CA 125 non ha nemmeno i requisiti per essere considerato un buon marker per la diagnosi precoce di carcinoma dell’ovaio, dal momento che spesso nel primo stadio della malattia i suoi livelli nel sangue non aumentano in misura rilevante (come succede nel 50% circa dei casi).
La sensibilità del CA 125 è ridotta anche dall’evidenza che una buona percentuale di tumori ovarici (il 20% circa) risulta negativo al test anche negli stadi successivi, quindi non si accompagna a rialzi clinicamente apprezzabili dei suoi livelli plasmatici.